Il premio Mogensen-Bruno è instituito dalla Dotoressa Else Mogensen in collaborazione con la famiglia Bruno, perché è importante leggere e conoscere bene quello gli scrittori e le scrittrici del nostro paese hanno scritto e scrivevano perché il loro modo di pensare è anche parte del nostro patrimonio, il loro ambiente è anche il nostro. L'identità di Bruno si formò ad Ascea mentre cresceva qui, e leggendo le sue opere, si riconoscono emozioni comuni e modi di pensare che sono stati distillati da una grande mente.

Francesco Bruno

Francesco Bruno
Nato ad Ascea nel 1899, Francesco Bruno era uno dei più importanti e famosi giornalisti e critici letterari di Novecento. Bruno ha scritto narrative con relazione ad Ascea e Cilento, però sopratutto ha scritto molto sulla cultura meridionale con le radici di Elea/Velia, e lui ha tracciato la nostra cultura dall'antichità via Giambattista Vico e il grande scolaro di lingua e letteratura italiana, Francesco De Sanctis, a Benedetto Croce. Ha scritto di Alfonso Gatto, un poeta favorito da molti cilentani, e sulle opere di molti altri scrittori e personalitè letterari del mezzogiorno.

mandag den 23. juli 2012

Il Premio Mogensen-Bruno, terza edizione 2012


Il Premio Mogensen-Bruno, terza edizione 2012



Quest’anno per lo svolgimento dei temi partecipanti alla 3^ edizione del Premio Letterario Mogensen-Bruno bisognava partire dall’analisi di alcune pagine tratte dal romanzo postumo di Francesco Bruno Paese di eriche e ginestre, (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Roma, Milano 1999).
La tematica da trattare riguardava in particolare il modo di porsi dell’uomo di oggi nei confronti del proprio passato storico partendo dall’atteggiamento dell’anziano Arcangelo, protagonista del romanzo e grande estimatore dell’antica Velia. Il dottore Francesco Bruno Jr., la professoressa Maria Novi e la dottoressa Else Mogensen hanno valutato i temi. Il vincitore del primo premio è stato Natalia Graziuso e il secondo premio è stato assegnato ad Francesco Luciano; la Commissione ha ritenuto di non assegnare quest’anno il terzo posto in quanto nessuno dei temi pervenuti oltre i due ritenuti migliori rispondeva ai canoni fissati dal Regolamento del Premio.

Temi vincitori 2012


Temi vincitori 2012

1°classificato: GRAZIUSO NATALIA

‘Aveva piovuto’, così inizia il testo da commentare e così voglio iniziare.
Francesco Bruno, giornalista, critico letterario, narratore e poeta nato ad Ascea nel 1899, in queste righe descrive diversi aspetti dell’ambiente e della civiltà di quegli anni che comunque contengono problemi di attualità, problemi con cui conviviamo ogni giorno. Parla dell’inquinamento, delle fratture religiose confrontate e paragonate da Arcangelo, il protagonista del brano, al passato e al suo presente. Arcangelo nutre un certo interesse per la storia, soprattutto per la storia di Velia. E’ molto tradizionalista tanto da criticare i cambiamenti della società mentre sua moglie cerca sapientemente di farlo ragionare dicendogli che è impossibile fermare il corso degli eventi. Arcangelo dedica una parte del suo tempo alla consultazione di documenti storici riguardanti il decadimento civile e culturale delle popolazioni. Prima della sua regressione Velia era stata teatro di importanti avvenimenti; Zenone e Parmenide ne sono la prova. La famiglia Rizzuti, altra famiglia di quel tempo, aveva creato un museo dove con la raccolta di tutti i reperti importanti ne aveva ricostruito la storia e la letteratura. Velia fu fondata nel 546 a.C. dai Focei, popolazione fuggita dall’Asia Minore a causa di un attacco persiano e il personaggio più ricordato della loro civiltà è proprio Parmenide. Nel museo vennero conservate monete dell’epoca eleatica che lo raffiguravano con una barba fluente, come medico e filosofo. Arcangelo lo vede con gli stessi occhi con cui noi oggi guardiamo un attore o presentatore e ne prendiamo esempio. La stessa storia che era avvenuta in passato si ripete nel tempo anche se in diverse situazioni, come un corso e ricorso storico e noi possiamo migliorare il nostro futuro traendo spunto dai dettagli del passato. Quando si visitano gli scavi di Velia molti pensano che si tratti solo di un ammasso di pietre, però quell’ammasso di pietre è ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato. Noi dobbiamo quindi porci una domanda: cosa vogliamo lasciare ai posteri? Le crisi, l’inquinamento, le guerre? O un mondo onesto dove poter vivere, non in pace perché sarebbe chiedere troppo, ma almeno dove vivere bene? Ora io sono qui, con i miei quattordici anni, a scrivere ed è facile usare le parole ma per cambiare le nostre vite e le vite future non c’è bisogno delle parole ma dei fatti, i fatti che mancano nella società di oggi. Nel testo c’è una parte in cui è scritto: ‘Non aveva torto Arcangelo che, lavorando e conciliandosi con la natura, non voltava le spalle alle divinità, ai sogni, che potenziavano in lui la nativa disposizione alla creatività’, forse è proprio questo che manca: i sogni, la creatività. I sogni vengono celati per riuscire a mantenere il tenore di vita della realtà di oggi finchè non scompaiono, pochi realizzano il proprio sogno; mentre la creatività sta perdendo sempre più importanza. Si dovrebbe dare più spazio alle nuove menti che sperano ancora in un mondo migliore e, solo allora, forse, potremmo aspettarci dei cambiamenti.


2°classificato: LUCIANO FRANCESCO

Il romanzo Paese di eriche e ginestre espone un problema del tempo in cui è stato scritto che è anche attuale: dobbiamo mantenere le tradizioni e le usanze del passato, o essere più innovativi e stare al passo con la società che si evolve ogni giorno? I coniugi presenti nel romanzo ci fanno riflettere se restare radicati a certe tradizioni come fa Arcangelo ‘lavorando e conciliandosi con la natura’, oppure pensare come Celeste, affermando che ‘le epoche contraddistinte dalla storia mutano tanto che noi stessi non riusciamo a catalogarle’. Arcangelo possiamo definirlo uno studioso amante del passato che, attraverso paragoni e raffronti tra ieri e oggi, cerca di dare delle spiegazioni alle situazioni sociali e spirituali del suo tempo, mentre Celeste ci fa pensare a una persona che guarda al futuro senza tener conto del passato. Arcangele e Celeste forse rappresentano i giovani d’oggi? Pensiamo che essere ragazzi significhi amore per le novità: tecnologia, musica, moda, voglia di libertà e chiusura verso il passato? Come è vero! Quando parla un anziano, al giovane dà fastidio e subito gli si dice:’Ma tu sei antiquato! Fai parte di un’altra epoca!’ Non parliamo poi della chiusura verso il passato storico. Ma riflettendo un po’, scopriamo che il risultato di tanta tecnologia deriva da una continua ricerca iniziata dai nostri nonni, se siamo giunti a questo tipo di musica è perché anche i nostri antenati hanno amato quest’arte e, studiandola e perfezionandola, oggi abbiamo i vari tipi di musica. Il presente non è altro che il frutto del nostro passato. Le tradizioni e le usanze sono le nostre origini. Disdegnare queste ultime significa vergognarsi di quello che si è. La storia ci insegna che l’uomo si ritrova spesso ad affrontare in epoche diverse e in luoghi diversi le stesse problematiche. Dovremmo quindi fare tesoro delle esperienze passate per affrontare con maggior successo le difficoltà che la società di oggi ci chiede di superare. Penso che bisogna non solo studiare le nostre tradizioni, origini e la storia passata ma lasciarci anche emozionare. Spesso mi rendo conto che le persone non provano più emozioni verso alcuni momenti storici, come ad esempio l’olocausto. L’uomo, guardando al passato, ha la possibilità di evitare oggi gli errori commessi per egoismo, sete di potere e odio verso il prossimo. Non studiamo solo per essere eruditi ma anche per formare in noi una certa sensibilità verso il mondo che ci circonda e per essere dei protagonisti del nostro futuro. Per creare oggi delle solide fondamenta su cui poggiare il nostro domani è necessario studiare il passato perché studiando il passato impariamo la vita!