Il premio Mogensen-Bruno è instituito dalla Dotoressa Else Mogensen in collaborazione con la famiglia Bruno, perché è importante leggere e conoscere bene quello gli scrittori e le scrittrici del nostro paese hanno scritto e scrivevano perché il loro modo di pensare è anche parte del nostro patrimonio, il loro ambiente è anche il nostro. L'identità di Bruno si formò ad Ascea mentre cresceva qui, e leggendo le sue opere, si riconoscono emozioni comuni e modi di pensare che sono stati distillati da una grande mente.

Francesco Bruno

Francesco Bruno
Nato ad Ascea nel 1899, Francesco Bruno era uno dei più importanti e famosi giornalisti e critici letterari di Novecento. Bruno ha scritto narrative con relazione ad Ascea e Cilento, però sopratutto ha scritto molto sulla cultura meridionale con le radici di Elea/Velia, e lui ha tracciato la nostra cultura dall'antichità via Giambattista Vico e il grande scolaro di lingua e letteratura italiana, Francesco De Sanctis, a Benedetto Croce. Ha scritto di Alfonso Gatto, un poeta favorito da molti cilentani, e sulle opere di molti altri scrittori e personalitè letterari del mezzogiorno.

lørdag den 12. juni 2010

Ines Naso

Tema vincitore terzo premio

Francesco Bruno nella novella 'Povero piccolo fiore' tratta un argumento molto diffuso fra gli adolescenti, l'amore. Vuole far capire che l'amore che si prova nell'adolescenza rimane sempre nel cuore e che ci sone amori diversi, quello che si prova per una madre, quello che si prova per un ragazzo. L'amore è un sentimento che nasce senze che tu te no accorga, è una cosa naturale, non puoi controllarla. Per me l'amore che si nutre nei confronti di una madre è un legame forte, indissolubile; la mamma è la persona che ti ha messo al mondo, che ti ha donato la vita, e per quante volte ci potrai litigare, non finirai mai di volerle bene e di ringraziarla per tutto l'amore e le attenzioni che ti ha donato. Quando ti troverai nei guai saprai sempre dove rivolgerti perché lei non ti volterà mai le spalle, sarà sempre lì ad aiutarti, a confortarti nei momenti di bisogno, ma anche a rimproverarti per farti seguire la buona strada, e sai che il sentimento profondo che si prova per una madre non potrà mai cambiare.
L'amore che si prova per un ragazzo può essere invece anche passeggero, sopratutto alla nostra età, quando non si hanno ancora le idee molto chiare e non si capisce cos'è la vita, quali sono i veri dolori, le vere sofferenze. L'amore che ti unisce ad un ragazzo è come un equilibrista su un filo; al primo movimento sbagliato può cadere e uscirne ferito e mentre l'quilibrista può ferirsi fisicamente, con l'amore rimani ferito nell'animo, dentro, e non è una ferita che si cicatrizza facilmente. All'inizio potrai soffrire, pensare che non supererai mai quel momento, sembrerà che ti cada il mondo addosso, ti sentirai incompreso e maledirai il giorno in cui l'hai incontrato, ci vorranno mesi, anni per dimenticare, ma prima o poi passerà e la cosa più bella è che ne uscirai più forte e maturo di prima, perché alle fine i dolori e le sofferenze servono proprio a far crescere e maturare. E un giorno guardandoti indietro ti accorgerai che stavi male per delle sciocchezze e ci riderai sopra, In fondo non voler amare per paura di soffrire è come non voler vivere per paura di morire.
Quando si è alla nostra età l'amore si prende come uno scherzo, un modo diverso per passare il tempo, per dire che anche tu sei fidanzato. La cosa più importante, per me, è non essere dipendente dalla persona che ami, perché prima o poi ti lascerà e ti troverà a soffrire proprio per lei. E quando ti troverai solo, a quel punto chi ti aiuterà? Per questo, per me, amare è importante, ma lo è anche essere indipendenti da tutto e da tutti.

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